Articolo redatto da:
- dott. Gianni Moro, neurologo, UOC di neurologia, ospedale di Arzignano
- dott.ssa Francesca Fenzo, psicologo-psicoterapeuta, UOC di neurologia, ospedale di Arzignano
Arrivare preparati alle visite mediche
Effettuare visite mediche è sempre fonte di ansia e di preoccupazione, per il paziente e per chi se ne prende cura. In particolare durante il periodo di diagnosi, pausa, disagio, confusione, rabbia, tristezza sono vissuti normali e comprensibili. Tali vissuti possono però portare a comportamenti che rendono più difficile agli operatori sanitari svolgere adeguatamente il loro lavoro.
Inoltre quando il motivo delle visite è un problema di memoria, il diretto interessato può non essere in grado di fornire le informazioni corrette perché non le ricorda o perché non è consapevole che certi comportamenti siano un problema.
Ci sono una serie di azioni e accorgimenti che i familiari possono mettere in atto per aiutare gli operatori sanitari a farsi più rapidamente un quadro della situazione e ad essere così più efficaci nel fornire le cure.
Innanzi tutto chi accompagna la persona con problemi di memoria deve essere la persona che questi problemi li ha notati e vissuti nel quotidiano così potrà descriverli in modo completo e utile a chi deve inquadrare il problema.
Ci sono poi alcune domande chiave a cui si dovrà rispondere e su cui vale la pena riflettere: vediamole insieme.
- Da quanto è presente il problema (giorni? mesi? anni?)?
- Sono già state fatte altre visite o esami in questo ambito? (se ciò è avvenuto è importante portare la documentazione di queste indagini)
- I problemi sono iniziati in modo acuto o subdolo e graduale?
- I problemi sono rimasti stabili nel tempo o si sono via via aggravati?
- Interferiscono in modo rilevante con le attività quotidiane?
Nel caso in cui si stia per affrontare una visita di controllo verrà chiesto:
- Il problema si è modificato rispetto all’ultima visita?
- Le cure proposte sono state effettuate? Con che beneficio?
- Ci sono stati cambiamenti rilevanti nella vita della persona? (malattie, cambiamenti di ambiente o di abitudini…)
È inoltre sempre importante saper riferire in modo completo e dettagliato che farmaci si stanno assumendo e i relativi dosaggi e portare la documentazione clinica in proprio possesso (esami del sangue, esami strumentali, lettere di dimissione di ricoveri recenti…).
Quando vengono somministrati dei farmaci è importante che chi si prende cura della persona con problemi di memoria ne impari i nomi e capisca a cosa servono (ci sono farmaci “per la memoria”, “per dormire”, per controllare i deliri o le allucinazioni, per gestire l’ansia…). Sapere queste cose serve ai familiari e ai medici per gestire meglio la terapia in atto e a far fronte meglio a eventuali cambiamenti come la variazione dell’intensità di un sintomo o alla comparsa di sintomi nuovi.
Per la prescrizione dei farmaci ci sono anche degli aspetti organizzativi di cui si deve tenere conto: le “ricette” e i Piani Terapeutici (le comunicazioni redatte dallo specialista che rendono un determinato farmaco a carico del Servizio Sanitario Nazionale e non dell’utente) hanno scadenze più o meno lunghe, imposte dal Ministero della Sanità, che devono essere considerate nell’organizzazione dei controlli. É bene quindi conoscerne la durata e la scadenza per non trovarsi in difficoltà nel reperire il farmaco in modo continuativo.
Dove trovo aiuto?
A questo punto, vien proprio da gridare:
AIUTO!!!! Come se non bastasse la malattia e tutto quello che si porta dietro, devo anche sapere tutte queste cose e ricordarmi tutto ciò…non ce la posso fare…
Ma AIUTO è anche la risposta a questa perplessità: per far fronte ai problemi bisogna “fare squadra”: chiedere aiuto e essere disposti a darlo agli altri. Chi assiste e chi è malato possono collaborare per prendersi cura l’uno dell’altro.
Gli operatori sanitari sono a disposizione con il loro sapere per fornire aiuto e tutte le risposte in loro possesso, quindi non stancatevi di chiedere e non preoccupatevi di ammettere di non aver capito o di non ricordare (in fondo i problemi di memoria li abbiamo tutti…).
Gli altri membri della famiglia e gli amici possono essere una risorsa, anche in modo indiretto.
Le associazioni di volontariato sono attive proprio per questo: per condividere e aiutarsi a vicenda nelle difficoltà.
Credits: Immagine in evidenza © Photo by Associazione Malattia di Alzheimer Ovest Vicentino – Odv