Il caregiver, familiare e non, è la prima fonte di cura per la persona affetta da demenza. Parliamo di una malattia che può durare molti anni con un enorme dispendio di energie fisiche ed emotive da parte dei caregivers. Ecco perchè è importante salvaguardare la salute di chi cura queste persone; non è infrequente purtroppo che i familiari stessi si ammalino aggravando pesantemente la situazione di una famiglia già provata.
1. Ascoltiamo i campanelli di allarme
Vi sono alcuni campanelli d’allarme che possono aiutarci a comprendere se stiamo attraversando un momento troppo difficile:
- ho difficoltà ad addormentarmi
- mi sento spesso stanco e spossato
- ho spesso mal di stomaco o mal di testa
- mi manca il respiro, ho un nodo alla gola
- ho crisi di rabbia per futili motivi
- mi viene spesso da piangere
- alcune cose che prima facevano con entusiasmo ora mi interessano poco
- mi sento scoraggiato e mi sembra che non ci siano soluzioni
2. Prendiamoci cura di noi stessi
E’ fondamentale tenere presente che per gestire questo impegno e questa fatica è necessario preservare la propria salute fisica. Ricordiamoci che queste malattie possono durare anni e che quindi le nostre energie devono essere ben amministrate.
3. Non neghiamoci il diritto ad una pausa
La stanchezza o le tensioni si ripercuotono, sia nel rapporto con gli altri membri della famiglia, sia nel rapporto con il malato. Lo svago e il confronto con altre persone sono necessari per il nostro benessere. Allontanarsi temporaneamente non significa essere incapaci di far fronte alla situazione, ma garantirsi il diritto di recuperare se stessi e i propri affetti per poter meglio proseguire nel faticoso cammino di cura del malato.
4. Preserviamo la nostra rete di relazioni
Talvolta si prova vergogna per il comportamento bizzarro del proprio caro, quindi si evita di uscire o di invitare persone a casa. A poco a poco questo comportamento ci fa sentire soli e incompresi, questi sentimenti si ripercuotono negativamente sul nostro benessere psicofisico. È meglio sforzarsi di spiegare agli amici la situazione, il proprio disagio. Esternare i propri timori aiuta a sollecitare sentimenti di solidarietà.
5. Affidiamoci a qualcuno
Condividere i propri problemi con persone che vivono una situazione analoga (ad esempio altri familiari di malati di Alzheimer) è utile. Questa condivisione allenta la tensione e l’imbarazzo che in alcuni casi si prova rivolgendosi a persone che non hanno vissuto situazioni simili. L’associazione AMA offre la possibilità per i familiari di partecipare agli Incontri di sostegno psicologico di gruppo: il loro scopo è proprio quello di offrire una occasione per confrontarsi sulle ripercussioni emotive che la malattia del nostro caro ha su di noi.
6. Affrontiamo con franchezza gli stress e le tensioni latenti
Accade spesso che per il cosiddetto “quieto vivere” si reprimano le tensioni e si mascheri lo stress ostentando una serenità e un’allegria inesistenti. Questo atteggiamento non aiuta gli altri a comprendere la situazione nella reale dimensione e, a lungo andare, le tensioni possono diventare incontrollabili. Non vergogniamoci di ammettere che siamo in difficoltà e cerchiamo, laddove possibile, il confronto in modo da chiarire le tensioni sul nascere.
7. Esprimiamo senza timore i nostri bisogni
E’ importante sentirsi legittimati a dichiarare le proprie difficoltà e ad esprimere il bisogno di aiuto, sia esso morale o materiale. Imparare a riconoscere e ad ammettere i propri limiti aiuta ad evitare che le tensioni non vengano esasperate sino a diventare ingestibili e ci preserva da atteggiamenti poco salutari.
8. Cerchiamo di non essere intransigenti verso noi stessi
Potremmo pensare di non fare abbastanza o avere il timore di non riuscire a prendere la decisione giusta trovandoci di fronte a delle scelte. Raramente si verificano situazioni nelle quali esiste una sola opzione e nella maggior parte dei casi è necessario individuare un compromesso che protegga al meglio il malato e il nucleo familiare. Quando capita di piangere, arrabbiarsi o spazientirsi, dobbiamo ricordarci che nulla può distruggere i legami affettivi e che esiste sempre la possibilità di riparare chiedendo scusa.
9. Seguiamo una corretta formazione e informazione
La conoscenza della malattia e dei disturbi che ne conseguono determina una migliore comprensione e tolleranza, riducendo il rischio di reazioni inadatte e controproducenti.
Credits: Immagine in evidenza © Photo by Associazione Malattia di Alzheimer Ovest Vicentino – Odv